Giovedì, 27 ottobre:
GreenOceanSurfing nasce con la doppia anima surfista e ambientalista. Finora a ieri avevo sempre pensato, sbagliando, che queste 2 fossero facce della stessa medaglia. Ero convinto che fosse impossibile praticare il surf e non amare il mare; impossibile pensare che un surfista non sia il primo a rispettare l’ambiente da cui trae ispirazione costante per vivere e in cui trova la felicità.
Effettivamente vedere che spesso gli spot sono luoghi colmi di rifiuti e scorgere tra quei rifiuti carte imballaggi di paraffina o di attrezzature surfistiche, avrebbe dovuto già farmi ricredere….
Ma ieri ho scoperto sulla mia pelle, sulla pelle di mesi di lotta e di sacrifici che è vero! Nel surfista convivono 2 anime: la smania per le onde e l’amore per il mare. Ieri una di loro ha perso, una ha vinto.
“Salviamo Anzio”, non è solo uno stupido slogan, è la realtà per tanti aspetti. Uno fra questi riguarda proprio le coste. Infatti Anzio è posta sull’unico punto in cui la costa si alza oltre il livello del mare per chilometri e chilometri. Questa sua caratteristica ne denota certamente il fascino, ma allo stesso tempo la ormai urgente questione dell’erosione. Intere porzioni di falesia (pendiche ad Anzio) crollano ogni anno. Case, strade, alberi sono lì abbarbicati aspettando il salto. Certamente bisogna intervenire in qualche modo! Certamente bisogna quantomeno allontanare le persone dalle pendici delle falesie per scongiurare incidenti!
Crolli a Tor Caldara |
A febbraio di quest’anno i lavori iniziano senza tanta enfasi (stranamente, essendo dei lavori così importanti e vitali). Insospettiti ci siamo subito procurati le carte del progetto e abbiamo scoperto cosa stava succedendo…. Da lì a poco si sono susseguiti mesi di manifestazioni, articoli, informazione, incontri…. Tutto questo perché nessuno era stato informato veramente della natura dei lavori; perché bisognava assolutamente che tutti venissero a conoscenza del progetto che avrebbe cambiato il volto di 4 chilometri di costa! Intervenire contro l’erosione ok, ma non al prezzo di deturpare la costa!
Il progetto dell'ARDIS |
Con l’intervento di Legambiente si è poi scoperto che questo progetto non aveva la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), necessaria per opere di questo genere. La Procura della Repubblica indaga. Da qui eravamo convinti che qualcosa sarebbe cambiato…. In realtà pare che quest’intervento ricada in una serie di opere ad alto carattere di emergenza che, dopo il terremoto di L’Aquila, sono in mano alla Protezione Civile e non necessitano di questo tipo di iter….
Come architetto, mi rifiuto comunque di pensare che una casa sia solo 4 mura e un tetto…. Un progetto, di qualunque tipo, prevede tanti altri fattori! Soprattutto quando investe un territorio come quello di Anzio con una storia lontana e importante…. Balneazione, turismo, ambiente, igiene, sicurezza, panoramicità, paesaggio….
Ma le chiacchiere stanno a zero! Le ruspe a mare continuano il loro lavoro e tutto poteva essere perso… ma qualcosa si è mosso…. Saranno state le croci sulla spiaggia del nostro ultimo intervento con Legambiente; sarà stato che molti pian piano si sono resi conto dell’impatto devastante soprattutto della barriera ininterrotta; sarà stato il buon senso; sarà stato quello che volete; comunque ieri in tarda mattinata mi sono recato come portavoce di numerose associazioni (Anzio-Surf, Surfer’s Club, Anzio Riders Crew, European Lifeguard Association Anzio, Surf Rider Foundation, Surfcasting, Tennis Club Lavinio) insieme con la signora Di Renzoni, rappresentante Sib (Sindacato Italiano Balneari) di Anzio e Nettuno ed alcuni esponenti degli stabilimenti a colloquio con il Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini.
Oggi |
- per quanto riguarda il secondo e il terzo lotto di lavori (quelli che poi interesseranno in particolare il Garda, spot di Anzio per eccellenza….) si faranno solo pennelli senza alcuna barriera trasversale. Questo, come testimoniano interventi in tante parti del mondo, è da considerare, tra i tanti, il metodo più produttivo in termini di salvaguardia delle coste (spezzando le correnti trasversali), di aumento della spiaggia (con la creazione di pocket beaches naturali), di ricambio d’acqua, di libero passaggio al mare aperto di imbarcazioni e nuotatori, di libera visuale del mare antistante e non ultima di formazione di onde surfabili.
- Per il primo lotto, quello in fase operativa, le notizie, soprattutto per me (qui sono, o meglio, erano tutti i miei home-spot ) non sono entusiasmanti. La barriera verrà abbassata ad oltre un metro e mezzo sotto il livello del mare (invece del precedente mezzo metro) e verranno praticate delle grandi aperture al centro. Sempre meglio di una linea di massi a pelo d’acqua, ma insomma che vi devo dire….
Anglet (F) |
3 chilometri di costa, in qualche modo, sono stati "salvati" o quantomeno saranno ancora praticabili e fruibili come lo sono sempre stati. E poi magari un giorno scopriremo che si creeranno spot nuovi sulla barriera…. La mia speranza è che, come per gli altri due lotti si sono resi conto dell’assurdità di questa barriera, che peraltro non vuole nessuno, in fase di conclusione dei lavori anche nel primo lotto verrà definitivamente cancellata….
Come ambientalisti abbiamo perso: il giorno che faranno reef artificiali e opere veramente sostenibili è ancora lontano.
Come surfisti abbiamo vinto e forse inizieranno a fare progetti più fruibili per tutti, soprattutto per chi il mare lo vive veramente in tutte le sue forme e tutto l’anno. Forse Anzio potrebbe essere un punto da cui iniziare a ragionare con chi progetta questo tipo di opere. Troppo ottimista, eh?
Non perdiamo mai il polso della situazione! Occhi aperti e grazie per l’appoggio e il sostegno.
Il mare è nostro, non facciamocelo rubare….
Com'era il Lido delle Sirene |
Guardo le ruspe con sospetto. Stanno operando in modo quasi incomprensibile. Pensavo fosse per il mare grosso, ma oggi è calmo eppure continuano a lavorare sulla spiaggia ruspando sabbia. Sul pennello davanti al Tortuga hanno ammassato sassi per un’altezza di almeno 3-4 metri. La strada ora è a 3 corsie….
Cosa succederà alla nostra costa? Tremo, ma spero.
Anche se i lavori venissero fermati cosa succederebbe? Ancora meno spiaggia. Ancora più pericolo sotto le falesie. Al fermo dei lavori non si sostituirebbe la possibilità di progettare reef artificiali. Rimarrebbe il niente. Potrebbe anche rimanere questo immondo cantiere abbandonato nei secoli.
E se non si fosse arrivati a modifiche sostanziali, cosa ancor peggio sarebbe accaduto? Una barriera infinita di sassi, alghe e pozze di acqua morta e terra fangosa.
“Abbiamo fatto tutto quello che potevamo” continuo a dirmi. Spero sia vero.
Ma per ora le sperate modifiche sono state concordate e un minimo di base per il futuro esiste. Da qui l’impegno deve essere quello di intervenire prima che i progetti vengano approvati. Intervenire alla fonte! I tecnici devono iniziare a progettare a 360 gradi abbracciando tutte le istanze e vagliando tutte le possibilità. Più cultura del mare e rispetto dell’ambiente. Questa deve essere la missione di tutti noi surfisti.
E mò basta chiacchiere.
Bruno Pepe