"It's Always Summer on the
Inside", cioè “é sempre estate all’interno”. Questo era il motto con cui
Jack O’Neill pubblicizzava le sue prime mute specificatamente prodotte per il
surf. Dopo interminabili session gelando nelle fredde acque del nord della California,
nel 1952 Jack decise di incollare diversi pezzi di neoprene e altri materiali
simili per dare una maggiore protezione dal freddo ai surfisti locali. Da
questi primissimi prototipi ne è stata fatta di strada e le mute sono evolute
enormemente fino a diventare dei veri e propri gioielli di tecnologia. Ogni
produttore ha cercato di creare modelli sempre nuovi sia per ovvie esigenze di
mercato, ma anche per cercare di trovare la muta perfetta! Probabilmente la
muta perfetta è quella che ci permette di stare caldi sempre, che ingombri il
meno possibile i nostri movimenti, che faccia fluire sul nostro corpo la minima
quantità di acqua possibile e che duri il più a lungo possibile. Ci siamo molto
vicini, ma ancora a caro prezzo.
Ad
oggi le mute Top-Gamma delle maggiori case produttrici sono delle mute
incredibili, ma allo stesso tempo l’evoluzione ha alzato di molto anche il
livello delle mute di medio e basso livello.
Ma
come scegliere una muta?
Lo
Spessore
Innanzi
tutto partiamo dal dato più importante: lo spessore.
La
muta è costituita di neoprene e questo materiale è utilizzato in diversi
spessori proporzionalmente alla temperatura dell’ambiente in cui ci troveremo a
surfare. Più spesso è il neoprene più calda sarà la muta. Le mute saranno quindi
identificate da 2 numeri accoppiati (2/2, 3/2, 4/3, 5/4….) il primo numero si
riferisce allo spessore della parte del dorso, il secondo lo spessore di
braccia e gambe. Come in tutte le cose, anche nella scelta della muta si deve
adottare l’arte del compromesso perché una muta più spessa sarà certamente più
calda, ma sarà anche enormemente più pesante e più ingombrante da gestire nei
movimenti. In questo le nuove tecnologie aiutano molto, permettendo di creare mute molto più flessibili, più calde, ma anche molto più costose.
In
linea generale in estate o primavera si possono usare gli shorty, ossia mute
con gambe e braccia corte; in primavera e autunno fino ai 18 C° la 3/2; in
inverno con temperature sotto i 16C° la 4/3; fino ad arrivare alle 5/3 con meno
di 10C°.
Il
Neoprene
In
commercio si possono trovare differenti tipi di neoprene, ma in linea di
massima si distinguono in Standard e SuperStretch. La differenza è la flessibilità
del neoprene. Basta prendere una muta e tirare con le mani una gamba o un
braccio per vedere quanto una muta sia elastica.
Ovviamente
il neoprene elastico è quello che costa di più, così si utilizzano diverse percentuali
di neoprene SuperStretch in base ai diversi livelli di prezzo fino ad arrivare
al 100% per le mute top gamma. Oggi come oggi, a parte il neoprene
giapponese e quello ecologico (che sia riciclato o fatto con gomma a bassissimo
contenuto di petrolio) il neoprene usato è praticamente tutto uguale e di buona qualità, e andando sui
modelli medio alti delle migliore marche si va sul sicuro.
Le
Cuciture
Le
mute sono costituite da diversi pannelli uniti insieme con differenti tecniche,
la differenza fra queste tecnologie comporta una migliore tenuta all'acqua e
una vestibilità superiore. Questi i metodi:
Overlock: giuntura cucita di base, non comodissima, non perfettamente asciutta;
Flatlock:
cuciture piatte, spesso incollate, molto più comoda e meno acqua passante;
Blindstitch:
incollata, cucita e nastrata; quasi a tenuta stagna e molto comoda.
In
linea generale possiamo dire che anche al tatto le cuciture della muta devono
essere morbide e il più piatte possibili per evitare di avere irritazioni
(rash). A tal proposito, se abbiamo a disposizione una muta molto economica o
molto vecchia per evitare escoriazioni dovute allo sfregamento possiamo
indossare sotto (mi raccomando sotto e non sopra;) una maglietta di
lycra.
La Vestibilità
La
muta deve essere una seconda pelle!!!! Non ci sono alternative! Anche la muta
più bella e costosa del mondo se non si adatta perfettamente al vostro corpo, non
sarà in grado di darvi il giusto comfort….
Le
mute moderne sono quasi tutte preformate,
vale a dire che prendendo la muta dal collo e lasciata ciondolare, questa sembrerà
come indossata con le gambe e braccia piegate; questo vuol dire che la muta
sarà molto più facile da gestire nei movimenti.
Provate sempre la muta in negozio, più mute di diverse marche e diverse taglie! Non tralasciate
questo importantissimo fattore: la muta deve stare bene a voi! Anche se avete
sentito parlare bene di una muta non è detto che poi a voi vada altrettanto
bene, non siamo tutti uguali!
Una
volta indossata la muta sentite come vi ci trovate, quanto vi sta comoda al
primo impatto. Poi cercate se vi sono punti di non contatto con il vostro corpo,
la muta deve aderire perfettamente. Spesso i punti critici sono
i polpacci, la schiena e la parte ascelle-petto. I punti di non contatto sono
quelle zone in cui ristagnerà l'acqua, creando degli squilibri di temperatura fastidiosi fra voi e la muta. Provate
a fare qualche piccolo esercizio di stretching e piegatevi più volte sulle gambe;
fate delle bracciate a vuoto avanti e indietro: la muta non deve tirare, né sollevarsi
dalle caviglie o dai polsi.
In
commercio ci sono un’infinità di mute, basta trovare quella che fa per voi. Di solito ognuno si trova bene con una determinata marca, proprio perché ogni brand adotta modelli tagliati secondo parametri diversi. La muta è la cosa più
personale nel quiver di un surfista e una buona muta fa veramente la differenza
fra una session decente una “da paura!”.
QUINDI:
-
giusto spessore per le condizioni che affronteremo;
-
neoprene flessibile almeno sul dorso e sulle braccia;
-
gambe pre-piegate e rinforzi sulle ginocchia;
-
interno collo il più liscio e morbido possibile;
-
facile chiusura della zip (senza l’aiuto di nessuno;)
-
zip ben salda e con strap di sicurezza a fine corsa;
-
cuciture piatte e nastrate;
-
massima comodità e vestibilità;
-
!!preferite sempre una muta ecologica!
La muta anche anti -squalo (?!?!) |
Ecco 2 video dove il nostro Andrea Bonfili ci dà qualche dritta sulle mute e un articolo apparso tempo fa sul nostro blog riguardante proprio le mute ecologiche:
http://gosblogsurf.blogspot.it/2010/09/green-neoprene-le-verdi.html