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01/11/10

Predatori predati….



Mangiatori di uomini....
Dal corriere del 12 ottobre 2010 leggiamo un interessante articolo sugli squali, riguardante una settimana di mobilitazione per chiedere controlli più rigidi sulla pesca e in particolar modo il divieto del “finning”, il taglio delle pinne per rigettare poi il corpo mutilato in mare. Più di 100 organizzazioni riunite nella Shark Alliance ha aperto la Settimana Europea dello Squalo per chiedere al Parlamento Europeo un impegno concreto sul tema.
In Europa infatti pare che le restrizioni sul finning siano inefficaci e fra le più blande al mondo. Basterebbe, tanto per iniziare, richiedere che gli squali vengano sbarcati con le pinne attaccate.
«Il crescente interesse per la Settimana Europea dello Squalo offre un’opportunità straordinaria per far crescere la consapevolezza della gente e testimoniare la diffusa preoccupazione per il futuro degli squali» ha detto Serena Maso, coordinatrice nazionale di Shark Alliance. «Quest’anno i cittadini Europei chiedono ai loro Parlamentari UE di occuparsi del problema del finning e di impegnarsi per prevenire questa pratica, che rappresenta oltretutto un incredibile spreco di risorse».
In rete è possibile sostenere alcune organizzazioni interessate all’argomento; fra queste BITE-BACK (http://www.bite-back.com/) l’organizzazione inglese che si occupa interamente della protezione degli squali cercando di creare una rete di sensibilizzazione, insieme con ristoranti e pescivendoli, per limitare il consumo di carne e pinne di squalo. Dalla sua fondazione, nel 2002, la Bite-back ha promosso numerosissime campagne per dare forza ai cittadini per spingere le autorità a conservare gli oceani. Il fondatore e direttore dell’organizzazione, Graham Buckingham, dice infatti: “Bite-Back rappresenta un eccitante sviluppo affinché noi possiamo contribuire a proteggere le specie marine scegliendo i nostri consumi; noi possiamo sostenere l’ambiente marino iniziando a ridurre il nostro inquinamento domestico”.
Le cifre sul massacro degli squali sono enormi: 100 milioni di squali sono uccisi ogni anno; si stima che nel 2017 circa 20 specie di squali saranno commercialmente estinte. L’allarme suona ancora più squillante se si pensa che questi animali svolgono un compito fondamentale nella vita degli oceani essendo all’apice della catena alimentare marina. E ancora: negli ultimi 50 anni la caccia agli squali è cresciuta del 400% arrivando a 800.000 tonnellate per anno.

Altra organizzazione non-governativa e no-profit legata alla protezione e preservazione degli squali è la “Protect The Sharks Foundation”, olandese. Questa concentra le sue fatiche sulla educazione e l’informazione attraverso la produzione di materiale informativo telematico e editoriale. Il loro sito (http://www.protect-the-sharks.org) è interessante e ricco di informazioni; certamente la cosa più sorprendente è il progetto “GIMME A HUG”. Partendo dal concetto che gli squali siano animali quanto mai incompresi, che rimangono degli esseri affascinanti, per contribuire alla causa, la Protect The Sharks Foundation ha deciso di girare un documentario di 13 minuti e 30 dove senza dubbio si possono ammirare questi animali in tutto il loro incredibile splendore, in modo sconcertante. Poche persone conoscono, infatti, il fenomeno della Tonic Immobility o morte apparente. Fenomeno che appartiene a molti animali, ma che il famigerato studioso di squali chiamato Sharkman, al secolo Michael Rutzen, ha più volte applicato a questi temibili esseri. Guardando queste immagini a tutto possiamo pensare tranne che alla parole temibili. Andate su youtube cercate tonic immobility e sharkman e vi si aprirà un mondo che non avreste mai creduto. Noi ve ne proponiamo uno, voi cercatene altri. C’è un mondo dietro ogni più piccola cosa, basta cercarlo e conoscerlo. La consapevolezza e la conoscenza ci rende liberi e più forti.