E’ morto Andy Irons, surfista professionista
Al di là di ogni retroscena e di tutto il gossip che verrà fuori dopo la sua scomparsa, abbiamo cercato in rete le numerose interviste e i tanti articoli su di lui per cercare di capire se fosse veramente quel freddo e arrogante animale da gara come appariva.
Andy Irons, campione del mondo di surf per tre volte, è morto il 2 novembre 2010, all’età di 32 anni, in seguito a complicazioni, presumibilmente dovute alla febbre dengue.
Irons è morto durante il suo viaggio di ritorno a casa, a Kauai, Hawaii, dopo essersi ritirato da una gara a Puerto Rico, ha dichiarato la Association of Surfing Professionals.
Ha iniziato la sua carriera come professionista nel 1998 ed ha vinto tre titoli mondiali consecutivi, dal 2002 al 2004, l’unico surfista ad aver vinto in ogni location del tour mondiale, collezionando 20 vittorie. L’ultima gara in cui ha partecipato è stata a Tahiti lo scorso settembre.
Il 3 settembre, 2010, a TEAHUPOO, Andy Irons ha vinto il Billabong Pro Tahiti, vincendo su C.J. Hobgood in un’incredibile finale con onde di 1,5 metri. L’hawaiano appariva commosso per la sua prima vittoria dopo tre anni (ha vinto il Rip Curl Pro Search Chile nel 2007). “Ce l’ho fatta!” ha esclamato Irons. “(…) Ho subito diverse sconfitte, ma ho anche lavorato duramente. Dedico questa vittoria a mia moglie Lyndie che è tutto per me; senza di lei non sarei niente. Mi piace molto competere perché amo vincere e oggi mi sento in cima al mondo. Surfo perché amo vincere. Amo questa sensazione.”
“Lui (Hobgood) ha remato verso l’inside e ha preso la prima onda,” ha detto Irons. “L’onda successiva era migliore e io sono letteralmente caduto dal cielo. Pensavo che la mia tavola si sarebbe spaccata. Ha già due ammaccature. Quando stavo lì fuori ce l’ho messa tutta. C.J. è veramente pericoloso qui. Sapevo che avrebbe potuto prendere un punteggio da due o da dieci, e sono stato fortunato che oggi era una giornata da due”.
Mark Occhilupo, campione del mondo nel 1999, ha dichiarato che Irons combatteva contro la febbre dengue dal primo momento in cui aveva contratto questa malattia virale a Bali, in Indonesia. “Quando sei giù ritorna”, ha detto Occhilupo in un’intervista alla rete televisiva australiana Fox Sports News. “Ha cercato in qualche modo di tornare a casa ma non ce l’ha fatta. Non ci sono parole. Era una persona piena di vita e piacevole con cui stare.”
Vi proponiamo parte di un’intervista rilasciata da Andy Irons alla rivista Surf Transworld nel 2004, dopo aver vinto il suo terzo titolo mondiale. Dalle sue parole possiamo intravedere come la sua figura sia stata probabilmente travisata ed influenzata dall’atteggiamento dei media nei suoi confronti e come molti abbiano visto in lui un avido competitore.
“L’essere un surfista professionista come ha influenzato il modo in cui ti poni nei confronti del surf?” Essere un surfista professionista era l’unica cosa che sapevo mi avrebbe permesso di continuare a surfare. Anche quando non ero un professionista, l’importante per me era surfare, e i miei lavori ruotavano sempre intorno al mondo del surf. Venire pagati per surfare è semplicemente la ciliegina sulla torta.
“Qualche giorno fa hai gareggiato contro Layne Beachley (per sei volte campionessa del mondo, che ha avuto una wild card per partecipare al WQS) a Newcastle”. (Andy ride.) Oh, cazzo, si. E’ stato strano.
“In che senso?” Un incubo. Da dove mi trovo ora, è stata una delle cose più assurde che ho dovuto fare. E i media australiani hanno montato la cosa in maniera incredibile. Mi hanno fatto apparire un vero stronzo.
“Veramente?” Si, vere stronzate da media. Stavo ad una conferenza stampa e c’era una giornalista che mi chiedeva perché penso che gli uomini vengano pagati più delle donne e perché ci sia un mercato maggiore per gli uomini rispetto alle donne. Io ho cercato di rispondere al meglio, e loro mi hanno messo sulla prima pagina dei giornali con il titolo “Sessista” e mi hanno fatto sembrare un vero cazzone. E’ stato veramente spiacevole. Poi in spiaggia alcune persone sembravano impazzite. Mi hanno messo veramente in cattiva luce, e mi hanno fatto pensare di non voler più rilasciare interviste.
(puoi visionare l’intera intervista su: http://surf.transworld.net/1000002602/features/the-dynasty-the-andy-irons-interview/)
Ecco parte di un’altra intervista rilasciata da Andy Irons a Surfermag.
“Già ti senti campione del mondo?”
E’ strano, mi ci sento e non mi ci sento. Anche adesso, quando penso ai campioni del mondo, penso ai ragazzi che hai appena citato, e non mi sento di appartenere alla categoria; è veramente difficile sentirsi nei panni di qualcun altro.
“Ovviamente sei in difficoltà a fare la parte del cattivo; questo chiama una domanda. Perché non continuare a interpretare quel ruolo finché non vieni più percepito come il cattivo?”
All’inizio stavo al gioco. Mi stava bene fare la nemesi, sai, essere il pischello arrivista e mi piaceva nutrire la cosa. Ho detto deliberatamente alcune cose stupide tipo “Il tempo di Kelly è finito”. Ma fa ridere perché ho completamente sottovalutato gli effetti negativi che questi commenti possono generare. Poi la situazione è diventata troppo per me.(..)
“Quindi per essere chiari, non pensi che lui (Kelly Slater) sia finito?”
[Ride] No, so che spacca. (…)
“Sembra proprio che ci si siano messi d’impegno a dipingerti come il cattivo ragazzo in nero mentre Kelly è il supereroe in bianco. (…) Ma tu lo vedi solo per quello che è, giusto? Ovvero solo una montatura dei media?”
Ci provo, ma come ho detto è dura quando sei al centro di tutta questa energia negativa, e le persone dicono cose di te che non sono vere. Ci sono ancora volte in cui mi sento insicuro e vorrei allontanarmi da tutti i microfoni perché mi sento come se le persone stiano dicendo “Questo ragazzo non se lo merita”. Cioè, Kelly è assolutamente perfetto ed io ho tutti questi difetti. E’ dura. Può essere travolgente. Leggi un articolo di sport che parla male di te e insulta la tua famiglia e pensi “ma il mondo intero sta cospirando contro di me?” lo so che non è così, ma ti senti così quando anche dopo che vinci il titolo tutti gli articoli che leggi parlano di quello che ha perso.
(puoi visionare l’intera intervista su: http://surfermag.com/magazine/archivedissues/bgissaiintrvu/index2.html)
Noi vorremmo ricordare Andy che celebra il suo impegno per l’ambiente, come uomo e come surfista, ad un incontro con Surfrider Foundation ad Ostia.
By: Green Ocean Surfing - www.greenoceansurfing.com
Fonti:
http://surf.transworld.net/1000113942/features/andy-irons-wins-the-2010-billabong-pro-tahiti/
http://www.bloomberg.com/news/2010-11-03/three-time-world-surfing-champion-andy-irons-dies-at-age-32-tour-says.html