Il set-up delle pinne
Per set-up si intende la
configurazione di pinne che si ha sotto la propria tavola. Quante sono, come
sono fatte, in che materiali e in che posizione sono messe. I parametri che
entrano in gioco sono tanti e in linea di massima, soprattutto per quanto
riguarda i single-fin, sperimentare nei limiti delle proprie possibilità è
consigliato, se non obbligatorio. I vantaggi che si possono ottenere conoscendo
un po’ meglio il variegato mondo delle pinne sono notevoli e cercando bene soprattutto
in rete esistono anche canali d’acquisto non troppo dispendiosi per farsi un
quiver di pinne di tutto rispetto.
Basta non perderci la testa.... |
Altro
punto interessante è la posizione nella scassa. Alcune tavole single-fin, in
particolare i classic-longboard hanno la pinna glassata sulla carena, quindi
inamovibile. Se da un lato le pinne glass
on ricoprono un fascino particolare, dall’altro non lasciano spazio alla
sperimentazione e sono abbastanza scomode per viaggiare. Sperimentazione…. Sì,
perché con una scassa si può sostituire la pinna o muoverla in una differente
posizione nella scassa, più avanti o più indietro; ogni configurazione è a se
stante e ognuno può divertirsi a trovare il proprio set-up preferito rispetto
alla condizione delle onde. Una stessa pinna darà alla tavola una sensazione
più disinvolta accentuando la manovrabilità se avvitata più avanti, migliorerà
la velocità e la tenuta soprattutto sul grosso se posizionata più indietro.
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Flex fins: le flex danno una svolta in ogni tipo di tavola dai
piccoli stubbies alle middlelength ai noseriders. Le flex cambiano la
prospettiva del surfer aiutandolo a
trimmare la tavola sull’onda e regalando una morbidezza incredibile alle
curve. Una pinna flessibile, con il giusto profilo, dona alle proprie linee
rotondità ed eleganza con un’accelerazione incredibile all’uscita delle curve,
cosa non ottenibile con una pinna più rigida che tende invece a strappare le
curve senza dare rilancio. Una buona pinna con il giusto flex e un foil
studiato a dovere sono un must per chi vuole lavorare sul proprio stile e
superare le “barriere culturali” che racchiudono i single-fin in un
retro-bottega del surf.
Raked fins: abbiamo già detto che più una pinna è “curvata” all’indietro
più dona alla tavola velocità e manovrabilità. Per questo è una pinna per ogni
circostanza, ottima in ogni condizione dal beach-break al reef, dal piccolo al
grosso…. Sempre perfettamente controllabile. Un’ottima scelta per avere una
pinna adatta ad ogni occasione, a quel punto giocando un po’ sulla posizione
nella scassa, si può avere un’infinita varietà di performance sempre al top.
Pivot fins: se il vostro scopo è il noseride e il vostro credo è
il knee-drop allora la pinna deve essere dritta, piena e larga alla base. Questo
tipo di pinna è studiata per dare il massimo in termini di trazione e per
rallentare la tavola costringendola a rimanere nell’onda quando il surfer si
trova sul nose. Ottima per uno stile classico su onde piccole e medie, con onde
più grosse diventa impegnativa. Se si vuole passare la maggior parte del
proprio tempo sul nose, con repentini stalli o stilose passeggiate sul deck,
con una tavola dal tail largo e squadrato è perfetta, è “LA PINNA”; rimane difficilmente
adattabile ad altre situazioni non essendo il suo scopo.
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2+1
Soprattutto usato nei longboard moderni
e nelle tavole mid-length. È un set-up caratterizzato da una pinna più grande
centrale e arretrata e 2 pinnette laterali avanzate. In teoria la pinna
centrale contribuisce alla direzione e quelle laterali al controllo e alla
stabilità della tavola quando si trova inclinata sui bordi. In genere le pinnette
laterali sono estraibili per poter essere tolte su onde piccole o per
migliorare la libertà di movimento della tavola. Inoltre c’è da dire che
comunque la pinna centrale se in combinazione con quelle più piccole, non sarà
della stessa grandezza di una single-fin, ma decisamente più piccola.
Twin-fin
Addirittura fu Tom Blake che
provò per primo a mettere 2 pinne nel 1943 circa e dopo di lui Bob Simmons. Negli anni, il twin è stato rigirato in mille modi ed
ha sempre funzionato alla grande! Più velocità e manovrabilità di un single
specialmente in condizioni di onde poco potenti o piccole. Basta pensare a Mark
Richards che con il suo twin e il suo stile super fluido e veloce ha
conquistato il surf negli anni ’70 – ’80, o ai fish, da quelli retro ai più
moderni, o al minisimmons: il twin è sempre sinonimo di divertimento e stile!
Generalmente
le pinne sono montate molto vicine ai bordi a circa 30 cm dalla poppa. Spesso più
larghe delle normali thruster e con meno rake. Nella maggior parte dei casi una
tavola twin non lavora troppo bene in onde più grosse o ripide; quindi
un’ottima soluzione è quella di raddoppiare le scasse, montando twin quando le
onde sono più piccole e morbide, quad quando le onde aumentano di potenza.
Thruster
Per
anni, soprattutto qui in Italia, sembrava che non esistesse altro Dio al di
fuori del Thruster. E forse era
proprio così, perché da quando Simon
Anderson ha messo 3 pinne uguali sul tail di una tavola, questo è diventato
lo standard per ottenere performance ai massimi livelli. Effettivamente è un
set-up che funziona in una miriade di condizioni dal reef al beach break, dal
piccolo al grosso. Generalmente la pinna centrale con un profilo simmetrico,
mentre le laterali con un profilo piatto nell’interno per incrementare il drive
della tavola, ossia la capacità di conservare l’energia cinetica fuori dalle
curve. Ma non solo: la sezione piatta funziona esattamente come un’ala di un
aeroplano provvedendo al “lift”.
Mentre per un’ala il lift permette al profilo di “galleggiare”, spingendo verso
l’alto, in acqua le pinne spingono verso il bordo della tavola ancorandola
ancora più saldamente alla parete dell’onda, non disperdendo energia verso il
basso e spingendo il moto in avanti. Questo è evidente su onde particolarmente
ripide dove al di là di ogni dubbio il thruster è una configurazione
universalmente apprezzata e non a torto.
Quad
4
pinne. Apparso qualche anno fa e subito preso in considerazione dai pro e da
moltissimi surfisti in tutto il mondo per le sue capacità di essere veloce come
un twin, pur mantenendo il controllo nel pocket dell’onda di un thruster.
Esistono
2 “versioni” di quad. Il quad vero e proprio in cui le pinne sono molto
ravvicinate ai rails e in posizione avanzata, diventando un’estensione del
bordo tagliando la parete dell’onda in modo perfetto. Poi esiste il “thruster
rivisitato”, in cui semplicemente la pinna centrale arretrata di un thruster
viene divisa in 2 e portata sui bordi; questo perché con il proliferare di tail
larghi si è sentita la necessità di avere una maggiore trazione. Comunque rimane
una scelta ottima per tail larghi e potenti.
Twinzer
Molto
simile al quad, ma con le pinne invertite: cioè le pinne più grandi dietro, le
più piccole davanti. Inoltre per il suo ideatore, Will Jobson, è una configurazione di pinne imprescindibile da uno
studio generale della carena della tavola. In generale una via di mezzo fra un
twin e un quad. Poco usato.
Bonzer
Sistema
ideato dai fratelli Campbell, nei
primi anni ’70. in realtà è una configurazione che va ben oltre il discorso
pinne, ma che studia la carena della tavola nella sua complessità rispetto al
flusso dell’acqua. Fondamentalmente si tratta di 5 o 3 pinne di cui la pinna
centrale intorno ai 7
pollici e 2 o 4 pinne più piccole laterali espressamente
disegnate in termini di aspect-ratio
(rapporto altezza – base) e in particolar modo di cant che segue l’andamento della doppia profonda concavità del
tail. Questa particolare conformazione crea una tavola che letteralmente vola
sull’acqua per l’effetto Venturi che si crea fra la carena della tavola e la
superficie dell’onda. Una sensazione di velocità controllata senza eguali a
patto di essere in grado di adoperarla a dovere….
Knubster
Finless
----Riproponiamo un post di Patagonia da noi tradotto tempo fa proprio sull'argomento FINLESS:
http://gosblogsurf.blogspot.it/2011/01/acoustic-surf.html
moltomolto interessante----
BUON GLIDING A TUTTI!!!!
++++
Grazie per averci seguito in questo tour nel mondo delle pinne.
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