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14/12/13

Le Pinne - 2


Il design delle pinne
Iniziamo col dire che la prima funzione delle pinne è quella di dare alla tavola la direzione di scivolamento. Grazie a quelle piccole appendici la nostra tavola va nel verso che vogliamo senza derapare su un bordo. Senza le pinne la tavola sarebbe come uno sci di traverso senza le lamine, scivolerebbe inesorabilmente a valle. Per far questo le pinne non lavorano tutte allo stesso modo, infatti per esempio, mentre in linea di principio una pinna singola sotto un longboard lavora direzionando il flusso d’acqua, le pinne multiple su uno shortboard funzionano creando una resistenza nell’acqua, quindi rallentando sostanzialmente la tavola dalla poppa.

Pinne Vintage

Ma la pinna deve anche dare il giusto “drive” alla tavola. In molti hanno tentato di dare una definizione a questo termine, forse la più accreditata e facilmente comprensibile è che il “drive” è la capacità di convogliare l’energia accumulata in un cambiamento di direzione in avanti senza perdita di energia lateralmente o disordinatamente verso il tail. In linea generale quindi più il flusso d’acqua esce dalla tavola pulito senza turbolenze più si mantiene energia cinetica senza quindi perdere velocità nei cambi di direzione.
Ogni minimo cambiamento nel design di una pinna comporta un diverso rilascio di energia e una differente esperienza nel controllo della tavola con i propri piedi. La velocità della tavola e la facilità con cui si può spostare il peso da un rail all’altro sono regolati in massima parte dalle caratteristiche della pinna, o delle pinne, montate sotto.

Caratteristiche di base di una pinna:

-          Altezza (a): semplicemente quanto una pinna è immersa nell’acqua, quindi la distanza fra la tavola e la punta della pinna. In linea generale più una pinna è lunga maggiore sarà il controllo e la tenuta della tavola; più è corta più la tavola risulterà veloce e in un certo senso “libera” dall’acqua.

-          Base (b): la massima distanza fra il bordo anteriore e quello posteriore della pinna. Maggiore base per una maggiore accelerazione e tenuta, minore per curve più strette e un rilascio maggiore.


-          Sweep / Rake (e): l’inclinazione all’indietro di una pinna. Più inclinata per curve più lunghe e controllate, meno per curve strette, ma meno stabilità. Su questo in campo “single-fin” ci sarebbe da aprire un dibattito. Una stessa tavola con una “dolphin” di derivazione Greenough inclinata all’indietro o con una accetta “pivot” larga e dritta assumerà delle caratteristiche completamente diverse. In particolar modo un longboard può cambiare dal giorno alla notte con un assetto di pinne diverso. Ma questa è un’altra storia.

-          Foil: la sezione orizzontale della pinna. Un concetto fondamentale nello studio dell’idrodinamica. Lo scopo è quello di creare della portanza, “lift”, sotto la tavola per aumentare la propulsione in condizioni diverse: più profilo più portanza, ma allo stesso tempo più profilo più attrito “drag”.



- 50/50: stessa curva su entrambi i lati della pinna, come in quasi tutte le pinne centrali, per un buon controllo e stabilità;
- Flat: piatta sul lato interno per avere un buon compromesso in tutte le condizioni;
- Inside: profilo con una concavità verso l’interno della pinna per stringere al massimo le curve e aumentare la tenuta e la velocità di esecuzione delle manovre.

-          Cant: l’angolo che la pinna crea con la tavola. Se l’asse della pinna è perpendicolare (90°) rispetto al piano della carena della tavola si avrà un aumento della velocità, ma con l’aumentare di questo angolo si migliorerà la risposta della tavola ai cambi di direzione, quindi più manovrabilità.

-          Flex: quanto una pinna si distorce rispetto alla sua posizione originale durante una manovra. La flessibilità è un fattore importante e molto ha a che vedere anche col materiale di costruzione. Più una pinna è flessibile più si potranno stringere gli angoli di manovra e si avrà più feeling progressivo con la tavola. Una pinna poco flessibile dà una sensazione di stabilità e reagisce più velocemente agli impulsi del surfer, con curve meno progressive. Perciò le pinne rigide sono da preferire per un principiante.

-          Toe / Splay (f): l’angolo che le pinne hanno rispetto al longherone. Maggiore sarà l’angolo (toe-in) maggiore la trazione che la tavola creerà con lo scorrere dell’acqua, ma allo stesso tempo canalizzerà in maniera funzionale il flusso durante le manovre migliorando notevolmente la manovrabilità.




Materiali

Attualmente molto della ricerca rispetto alle pinne, soprattutto per quanto le riguarda le pinnette FCS o Futures o simili, si sta compiendo rispetto ai materiali di costruzione. Legno, vetroresina, carbonio, materiali combinati.

  Persino il verso con cui vengono tessute le pinne dà una diversa performance. Con l’aiuto della attuale tecnologia e del computer aid designing è possibile predire esattamente come una pinna si comporterà in acqua. Quindi ci sentiamo di poter affermare che seguendo le indicazioni delle case produttrici, si possono affrontare le scelte caso per caso. Tenendo sempre conto delle proprie necessità reali. Questo vuol dire che, se il nostro livello non è abbastanza oltre il principiante è alquanto inutile spendere soldi per un set-up di pinne in carbonio sperando di migliorare le proprie performance; sarebbe meglio concentrarsi su se stessi e sul nostro miglioramento personale come surfer. Una pinna può migliorare le prestazioni della tavola a patto che il surfista sia in grado di apprezzarne il miglioramento e sfruttarne le potenzialità.

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Alla prossima puntata con "Il Set-Up delle pinne" ....