Si fa presto a dire “longboard”, ma non
sono tutti uguali, anzi!
Spesso ci è capitato di rispondere ad e-mail di amici, anche
non necessariamente principianti (anzi) che volevano consigli su che longboard
comprare, e considerando l’interesse che questa tipologia di tavola riscuote,
specie nel periodo estivo, abbiamo deciso di fare un vero e proprio post con
qualche semplice dritta, ben sapendo di non poter esaurire così un discorso
molto più ampio.
Per iniziare vorremmo solo dare una indicazione iniziale su
come affrontare il discorso long.
3 magnifici longboards - Kipu |
Sì, è vero: si prendono più onde (forse);
sì, è vero: si rema più facilmente e velocemente;
sì, è vero: è possibile prendere onde insurfabili con altre tavole,
ma forse approcciarsi al long solo per una mera questione di quantità è decisamente riduttivo. Il longboarding (o anche il logging, ancora di più) è stile, anzi, ricerca continua di stile ed una vera e propria arte dell’espressione sulla superficie liquida, quindi quando comprerete la vostra prima tavola sopra gli 8 piedi sappiate che state entrando in una nuova dimensione dello scivolare….;)
sì, è vero: si rema più facilmente e velocemente;
sì, è vero: è possibile prendere onde insurfabili con altre tavole,
ma forse approcciarsi al long solo per una mera questione di quantità è decisamente riduttivo. Il longboarding (o anche il logging, ancora di più) è stile, anzi, ricerca continua di stile ed una vera e propria arte dell’espressione sulla superficie liquida, quindi quando comprerete la vostra prima tavola sopra gli 8 piedi sappiate che state entrando in una nuova dimensione dello scivolare….;)
Detto questo, cominciamo!
Rispetto a quello che era il longboard alle origine le cose
sono cambiate in termini di peso, design e performance ed oggi c’è la
possibilità di reperire abbastanza facilmente la tavola che più si addice per
gusti e conformazione fisica alle nostre esigenze.
Ovviamente il panorama è talmente ampio che per prima cosa
bisogna inquadrare quali sono le nostre esigenze soprattutto considerando che stile di surf abbiamo o vogliamo
ottenere, se classico-tradizionale o più moderno e vicino allo stile
shortboard; quale è la nostra abilità, che tipo di onde caratterizzano il
nostro spot e qual è la nostra costituzione fisica.
In linea di massima esistono 2 grosse distinzioni fra le
tavole cosiddette longboard: “classic”
e “performance”.
Slider: Tommaso Varriale - Foto: Ketty Lampredi |
Come avevamo accennato, le prime sono vicine sia come design
che come stile di surfata a quello stile tradizionale fatto di crossstepping
(camminare sulla tavola incrociando le gambe), noseriding (surfare sulla punta
della tavola), kneedrop (cambi di direzione con uno stile particolare,
abbassando molto il ginocchio posteriore), e trimming (ricerca del giusto
equilibrio fra velocità, stile e posizione sull’onda). Queste tavole sono
abbastanza voluminose con dimensioni importanti, lunghe sopra i 9 piedi, larghe più di 22 pollici e spesse
almeno 3 pollici
con bordi paralleli, nose alquanto largo e kick-tail. Generalmente sono tavole
molto pesanti e vengono condotte sfruttando l’inerzia prodotta dalla tavola che
scivola sull’acqua. Sono tavole che con un certo adattamento possono avvicinarsi
a quell’idea di longboard che parte su tutto e che dà quella sensazione di
scivolare sempre e comunque, ma è pur vero che se usate solo per tagliare
l’onda ne viene mortificata la vera natura: è come avere una Ferrari e usarla
per andare a comprare le sigarette in piazza. Spesso sono tavole artigianali e
rappresentano una vera e propria cultura, non solo un modo per passare una
giornata al mare, ma ognuno fa quel che vuole e scivolare fa sempre bene;).
Marco Boscaglia - Performance Red'z |
Ci sono poi i longboard performanti: quelle tavole che pur
essendo sopra gli 8 piedi
possono essere condotte anche come tavole più corte affrontando le onde con
maggiore disinvoltura e permettono di compiere manovre anche molto vicine allo
shortboard (360, snaps, aerial….), pur mantenendo la capacità di essere
condotte sul nose per lunghi e appaganti noseride. Sono tavole intorno ai 9 piedi, più strette e
sottili delle classiche, con una curvatura longitudinale (rocker line) anche
molto marcata (e in un certo senso questo favorisce i principianti evitando
l’ingavonamento). Ma attenzione: spesso sono disegnate per le gare e quindi
necessitano di una certa abilità per saperle condurre….
Lo shape
Nose e tail (prua
e poppa): estremità larghe producono più trazione sull’onda e favoriscono il
noseride, mentre le più strette migliorano le prestazioni in termini di
velocità. Nose piatto, largo e con una concavità sul fondo aiuta lo stallo
sulla punta. Un leggero rialzo sulla coda della tavola (kick) aiuta la
manovrabilità di tavole spesse voluminose e difficili da girare.
Larghezza: in
generale più una tavola è stretta più va veloce ed è adatta per onde di
dimensione maggiore, più è larga, più sarà stabile e facile da far partire su
onde meno potenti. Lunghezza e larghezza sono spesso combinate per creare
tavole quanto più versatili.
Bottom (carena della
tavola): la “parte sotto”, quella che non si vede, è molto importante e
determina la velocità della tavola e la sua capacità di tenersi aggrappata
all’onda o di fuggire via. Per le classic:
un bottom convesso produce un trascinamento (drag) quindi trattiene la tavola
vicina alla schiuma (pocket) che è dove ci si deve trovare per tenerci in
equilibrio sulla punta e allo stesso tempo la parte concava proprio sotto il
nose crea un “cuscino” d’aria che ci permette di volare sull’acqua (godimento puro!!).
Per le performance: leggero cucchiaio
sotto il nose per favorire comunque il noseride, ma carena che diventa
bi-concava dopo il centro tavola per aumentare la velocità e far volare la
tavola oltre il bottom-turn verso la manovra sul lip in piena velocità.
Rails (bordi): qui
ci sarebbe da aprire un altro capitolo, ma in pratica: bordi più voluminosi e
pieni renderanno la tavola più stabile, ma allo stesso tempo non saranno facili
da immergere, quindi manovre più lente e meno tenuta su onde ripide. Bordi più
fini (tirati) renderanno la tavola più manovrabile e gestibile sulla parete
dell’onda, più controllo in velocità, meno stabilità ai bassi regimi.
Rockerline
(curvatura longitudinale): come sempre 2 estremi, un compromesso…. Tavole più
curve saranno più lente, ma molto più maneggevoli e “con meno problemi”. Tavole
piatte partiranno prima su onde piccole o mosce, ma saranno più dure da gestire
in manovra e sul ripido.
Peso: un
classicone vuole essere pesante e farsi sentire mentre scivola, spesso queste
tavole vengo addirittura appesantite per donare quella inerzia che viene
proprio ricercata da un amante del genere; tavole più leggere sono più
manovrabili e facili da condurre in manovre verticali e sono l’ideale per uno
stile più aggressivo e desideroso di attaccare il lip con potenza.
Come è facile intuire o si sta cercando una tavola specifica
per un uso specifico oppure l’ideale è cercare una tavola che sia un buon
compromesso e che ci permetta di entrare nel mondo del longboard, assaporarne
il gusto per poi capire se e quale tipo di tavola ci darà lo stile che stiamo
cercando…. Che dire, se vogliamo solo una tavola che prenda onde minime e vada
dritto tagliando l’onda anche una tavola in spugna o un biccone va benissimo. I
longboards rappresentano decine e decine di anni di ricerca, spinte forti in
avanti, ritorni alle origini, innovazioni e tradizioni e possono rappresentare
per chiunque una vera e propria illuminazione, lasciandosi trasportare dalla
sensazioni che solo una tavola lunga e pesante sa donare….
Per qualunque dubbio, delucidazione e se trovate che non siamo
stati del tutto esatti, noi siamo sempre qui…. critiche, consigli o saluti:
info@greenoceansurfing.com