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30/04/11

A volte nel piccolo si nascondono i grandi problemi

Si è tenuta la quinta Conferenza Internazionale sui Detriti Marini ad Honolulu dove numerosi scienziati hanno portato le loro esperienze nella ricerca sui rifiuti in mare. Quello che ne è venuto fuori sono le classiche raccomandazioni e le storie della vita di tantissimi animali che subiscono, loro malgrado, la devastazione continua da noi perpetrata. 

Quanti detriti in un metro quadro di spiaggia!!!!

Il mondo produce ogni anno 260 milioni di plastiche. Questi prodotti diventano per lo più rifiuti. La plastica è come sappiamo immarcescibile, ciò vuol dire che virtualmente una bottiglia di plastica prodotta col petrolio è eterna. Una bottiglietta buttata distrattamente in strada, finisce, trascinata dall'acqua piovana, nei fiumi e da lì in mare; sotto l'azione delle onde, del sale e del sole polimerizza e diventa sempre più rigida fino a disgregarsi in tanti piccoli frammenti. Frammenti che via via diventano sempre più piccoli, ma che continuano ad esistere! Peraltro gli scienziati hanno fatto notare come anche la parte che si deteriora crea numerosi problemi rilasciando nell'acqua sostanze chimiche che disturbano i sistemi endocrini, minacciando la salute delle specie marine..
Gli scienziati ad Honolulu hanno raccontato la storia di una tartaruga salvata nel 2009. Dopo che le è stato estratto un grosso pezzo di plastica dal tubo gastrointestinale, ha defecato plastica per un mese intero.
Nel Mare del Nord, almeno il 95% dei fulmari – uccelli tipo procellarie – ha plastica nello stomaco: da un solo pezzo a decine di pezzi. Si stima che 35 tonnellate di plastica viaggino negli stomaci degli uccelli delle tempeste, parenti stretti dei fulmari, durante la loro annuale migrazione dalle coste del Nord Atlantico alle zone di riproduzione nell’Artico.
Gli albatri che vivono nell'atollo di Kure nell'oceano Pacifico stanno morendo a causa della loro dieta plastificata: analizzando il contenuto dello stomaco di alcuni esemplari di albatri di Laysan, i ricercatori della Hawaii University hanno trovato pezzetti di corda, lampadine, ganci, pezzi di giocattoli, flaconi.
Tutta roba che arriva dal cosidetto Pacific Trash Vortex, ossia il Vortice di spazzatura del Pacifico, che si trova nelle acque fra la California e il Giappone e che è generato dall’azione delle correnti, un enorme deposito marino di spazzatura composto all’80% da plastica (la famosa isola di plastica di cui avevamo già parlato in un precedente post).
L'attenzione nelle piccole cose può fare la differenza....
Secondo l’Unep, il programma ambientale dell’Onu, in tutto il mondo circa 270 specie sono danneggiate dal contatto o dall’ingestione di rifiuti che si trovano in mare: fra esse il 68% delle specie di tartarughe marine, il 44% delle specie di uccelli marini e il 43% delle specie di mammiferi marini.
Ogni abitante dei paesi industrializzati usa circa 100 chili di plastica l’anno, i paesi in via di sviluppo sono sui 20chili. Buona parte diventa rifiuti. Cosa fare? Bandire l’usa e getta. Come la Corea del Sud che ha un sistema di responsabilità estesa del produttore: ogni fabbricante o importatore ha l’obbligo di riciclare una parte di ciò che mette sul mercato; nei 5 anni che il sistema è in vigore sono stati riciclati 6 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui 70mila tonnellate di plastiche, con un beneficio finanziario che supera 1,6 miliardi di dollari. Oppure si può seguire l’esempio di Germania, Olanda e Paesi scandinavi dove esiste un sistema di vuoto a rendere delle bottiglie di plastica.
Ciascuno di noi può fare la sua parte gestendo i propri rifiuti in maniera responsabile e spiegandone il perchè a coloro che non lo fanno. 

Alla recente pulizia della spiaggia tenutasi ad Anzio con l'Anzio-surf e SurfRiderFoundation abbiamo avuto occasione di fare questo mini video al biologo marino del CNR di Oristano, Fabio Antognarelli, che spiegava l'importanza di quello che si stava facendo ai tanti bambini intervenuti. È vero che i rifiuti grandi sono i più evidenti, ma spesso in quelli più piccoli si nasconde la vera insidia per gli animali marini!!!! Grazie ancora a Fabio per la sua disponibilità.



Fonti: