Ancora una volta quello che si potrebbe definire come un mostro con tentacoli e ventose, che ci incolla ad uno schermo e ci manda in pappa il cervello, la TECNOLOGIA, si rivela invece l'unico mezzo per accedere a notizie occultate da mezzi di informazione troppo impegnati nella cronaca nera e rosa....
Nella speranza che per qualcuno sia una notizia vecchia, ci tocca informarvi che il disastro ambientale occorso questo gennaio in Sardegna nei pressi di Porto Torres ancora non è rientrato.
Di che parliamo? Ah allora non lo sapevate nemmeno voi?
Comunque i fatti sono più o meno questi:
Negli anni Settanta i sogni industriali arrivarono a contaminare il posto più bello del mondo: la Sardegna. Nel progetto del fare dell'isola un polo chimico venne costruita a Fiumesanto una centrale termoelettrica, della multinazionale E. On, ultimo baluardo eretto nell'agglomerato industriale di Porto Torres che deturpa una costa da sogno. Questa centrale alimentata da olio combustibile (giacchè per produrre energia ne bruciamo sempre dell'altra.... ma tant'è....) abbisogna di rifornimenti portati da navi petroliere che attraccano alla banchina e attraverso una tubazione di circa 8 km scaricano il combustibile direttamente alla centrale. Questa tubazione è stata costruita in un secondo momento, voluta dalla Enel (prima proprietaria della centrale) per non dipendere dalla condotta già esistente dell'ENI, in base ad un progetto che ottenne approvazione e collaudo nel 2002.
Porto di Porto Torres |
Il 10 gennaio scorso, il tubo da 24 pollici perde in mare, durante una procedura di scarico, una certa quantità di olio combustibile da una lacerazione di 19 millimetri. Secondo il progetto approvato questo tratto di tubo, che per 5 metri si trova sotto la banchina, avrebbe dovuto essere rivestito di una particolare resina speciale anticorrosione ed avere un fondo di protezione in acciaio, almeno tre punti di ispezione e una pompa di rilascio. L'inchiesta chiarirà se questa falla è dovuta a eventuali mancanze nella realizzazione del condotto, ma fatto sta che lo scarico è iniziato alle 23 di domenica 9 gennaio e l'allarme è scattato alle 16 di lunedì. Le banne galleggianti sono state disposte intorno alla petroliera, ma troppo tardi: migliaia di litri sono già fuoriusciti.
Sì, ma quanti? 20 metri cubi dicono le fonti ufficiali, ma se la nave pompa a 750 tonnellate l'ora, allora, secondo la tempestività dell'intervento la stima si può aggirare intorno ai 18 mila litri, ma potrebbero essere molti di più. Inoltre l'olio in oggetto a contatto con l'acqua aumenta il suo volume 16 volte. Olio inquinante e cancerogeno al contatto diretto.
Per giorni chiazze di petrolio sono state raccolte sulle spiagge limitrofe e ancora non sono state prese delle decisioni riguardo le macchie che hanno attaccato le rocce, togliere le rocce, lasciarle sul posto, pulirle? Intanto il vento ha allargato il problema e luoghi come Stintino e l'Asinara, che sembrava si fossero salvati, hanno invece subito, e stanno tuttora subendo, la marea nera. Il grecale degli ultimi giorni sta spiaggiando il catrame fino alle coste della Gallura, fin sulle rocce di Capo Testa.
A 2 settimane dall'accaduto, ancora oggi si raccolgono palle di catrame e la cosa come segnalata da Gianni Bazzoni dell'Unione Sarda fa quanto meno sorridere se confrontata con la noncuranza con cui lo Stato e la Regione hanno affrontato la questione. Per non parlare dei media che non l'hanno affrontata affatto.
Ma cercando in rete ci si conforta col vedere che la gente comune non si arrende e se l'informazione non passa per i canali ufficiali, passerà per i canali non ufficiali, ma passerà. Per esempio, gli artisti sardi dell'ex-Q (http://exq.noblogs.org/) dopo poco tempo dal fatto hanno realizzato il 16 gennaio mattina un'istallazione sulla spiaggia di Platamona. Con le buste di plastica piene del catrame tolto dalle spiagge hanno creato una gigantesca balena spiaggiata e agonizzante sul bagnasciuga. “La balena non è solo il simbolo dei pesci spazzati via dalla "marea nera", ma più in generale di un intero ecosistema gravemente compromesso, per colpa di una ingiustificabile negligenza da parte di una multinazionale come E.On tesa, al pari di tante altre prime di lei, solo a perseguire i propri interessi, a scapito della tutela ambientale e della salute dei cittadini.”
La balena di Platamona |
Fonte di informazioni sempre aggiornata sulla vicenda è http://skywalkerboh.blogspot.com. Attraverso le sue pagine è possibile avere una reale visione delle cose. Leggete la gita da cittadino normale a Platamona (http://skywalkerboh.blogspot.com/2011/01/il-disastro-ambientale-ignorato-dai-tg.html). A sei giorni dall'incidente, convinto di non trovare niente più, si trova di fronte ad una spiaggia presidiata da uomini in tuta bianca con le maschere, sporchi di catrame, che lavorano con rastrelli e pale per pulire l'arenile. La situazione è peggiore vicino a Castelsardo: “Come scendiamo dalla macchina ci assale un puzzo insopportabile, e appena arriviamo alla spiaggia vediamo un litorale che ha dei colori nuovi: la battigia è color antracite, le onde sono estremamente spumose, e l'interno della spiaggia è costellato di chiazze nere che arrivano a misurare anche i 50 centimetri di diametro, e sono alte anche 5 centimetri”. Ma purtroppo anche dove apparentemente la pulizia ha prodotto i suoi frutti e le buste nere colme di catrame sono a contorno della spiaggia chiara, il danno è stato fatto: “ci sono tanti piccoli punti in cui, nonostante la pulitura, c'è ancora del catrame, parzialmente coperto dalla sabbia chiara, e io mi chiedo se queste pulizie siano davvero utili, visto che come muovi la sabbia salta fuori qualcosa. Mi fermo un attimo e penso: pesci morti, alghe nere (dimenticavo di dirlo) su vari punti della battigia, i frangi flutti appena al largo anch'essi neri (dalle foto non si vede, ma sono neri come la pece)... qui sta già morendo tutto, flora e fauna dell'acqua, le spiagge stanno assorbendo la pece nera, e questa estate che si avvicina qui al mare non verrà nessuno”.
Oggi 26 gennaio 2011. Apprendiamo della riunione di ieri negli uffici della Provincia di Sassari, fra E. On, assessore all'ambiente e i sindaci del territorio per concertare una strategia ora che i sindaci della Gallura hanno annunciato di volersi costituire parte civile. Oggi stesso il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, in Parlamento ha dichiarato che non vi è alcuna emergenza nazionale e che entro un mese le spiagge verranno ripulite.
Su Facebook si è costituito un gruppo per mettere insieme tutte le persone interessate a questo argomento e lo scambio di informazioni è efficientissimo. Sicuramente questa volta, soprattutto conoscendo il rapporto di profondo amore che lega la gente Sarda alla propria terra, il ministro avrà troppi occhi puntati per poter eludere le aspettative.
Forza Sardegna!!!!
Siamo tutti chiamati in causa, ogni volta che ci troviamo davanti a situazioni di questo tipo, e tutti abbiamo il diritto e il dovere di fare qualcosa per cambiare le cose e informare chi non sa e proteggere il nostro ambiente e lottare per diffondere idee. Per questo rinnoviamo il nostro invito a chiunque voglia condividere le sue esperienze, denunciare un crimine contro la natura, informare e comunicare idee o iniziative, di contattarci.
!!!!MOTHER NATURE HAS HAD ENOUGH!!!!
Fonti: